1. La trasuta dell' uliva
Le funzioni della settimana santa in Ciminna cominciano
il mercoledì che precede la domenica delle palme. Nel
detto giorno, alle ore 19 italiane suonano a stormo tutte le
campane e a quel suono si raccolgono davanti alla Madrice moltissimi
ragazzi di ambo i sessi, e anticamente anche adulti, portanti
rami di ulivo. Quindi percorrono le strade principali del paese
e infine ritornano al luogo di partenza, gridando sempre a breve
intervalli : Viva l' uliva.
La detta funzione si chiama la trasuta dell' ulivo
e rappresenta, secondo il popolino, la fuga di Gesù nell'orto
di Getsemani. Si crede che nel detto giorno e nella detta ora
egli, essendo cercato a morte dai Giudei, si nascose sotto una
pianta di ginestra, che lo tradì e allora si rifugiò
sotto un albero di ulivo, il quale, abbassando i rami, lo sottrasse
alla vista dei suoi nemici. Per tale ragione la ginestra fu
maledetta da Dio e scoppietta quando arde, l'ulivo invece fu
benedetto ed acclamato dal popolo.
(1) Due dei
tanti animali sotto le quali forme apparve il demonio al santo
anacoreta nel deserto.
In tale giorno si raccolgono di nuovo nella chiesa madre
molti fanciulli con palme e ramoscelli d' ulivo adorni di
nastri di vari colori. Avuta la benedizione del prete, ritornano
a casa, dove mettono un ramoscello dell'ulivo benedetto
dietro l'uscio per essere liberati da ogni male e ne portano
qualche altro nelle campagne per evitare la mal' annata.
Lunedì, martedì e mercoledì santo.
— In questi giorni non si celebra alcuna funzione religiosa,
ma nei tempi passatisi lavorava attivamente per la preparazione
dei sepolcri.
Le funzioni più importanti della settimana santa
cominciano il giovedì. La mattina si legano le campane
che si sciolgono il sabato santo dopo la calata di la Tila
(1). Durante il detto periodo
è vietato ogni altro rumore, e anche i caprai tolgono
le campane ai loro animali.
Nei tempi passati, in cui il precetto del digiuno era osservato
quasi da tutti, vi erano alcuni i quali facevano lu trapassa,
che consisteva nel digiuno fatto in tutto il tempo che sono
legate le campane. Chi faceva lu trapassa per sette anni
era sicuro di ottenere il paradiso ; ma se moriva durante
il tempo del digiuno era condannato all'inferno, poiché
è peccato di superbia il voler fare una penitenza
superiore alle forze umane.
Le funzioni più solenni si fanno nella chiesa Madre,
dove la mattina si recano tutte le confraternite per adempiere
al precetto pasquale. Un tempo interveniva anche la rappresentanza
comunale, i cui componenti si comunicavano anche essi, e
il sindaco riceveva la chiave del sepolcro. Ma la cerimonia
più bella era la lavanda dei piedi, che cessò
un decennio addietro circa.
In mezzo alla navata centrale della chiesa si disponeva
una mensa a tredici posti imbandita con pane, vino, frutta
e un agnello di pasta reale. Dodici poveri vestiti con camice
e stola violacea a tracolla sedevano alla detta mensa e
rappresentavano gli apostoli. Il tredicesimo posto, che
era quello del divino Maestro, era occupato dall' arciprete
prò tempore, il quale benediceva la mensa e quindi
assisteva alila cena. Alla fine di questa esso lavava i
piedi agli apostoli, i quali dopo la funzione, ricevevano
in regalo un tari per ciascuno.
Nelle ore pomeridiane si fa la visita ai sepolcri, che ora
consistono in poche candele e pochi fiori e non presentano
più alcuna attrattiva. Ma nei tempi passati si facevano
con molta magnificenza in tutte le chiese. Si sceglieva
un fatto dell' antico o del nuovo testamento e si rappresentava
con figure in rilievo di grandezza naturale, le quali piacevano
assai al popolo. Dei fatti dell' antico testamento si ricordano
i seguenti : 1' uccisione di Abele, il sacrificio di Abramo,
il sogno di Giacobbe, il passaggio del mare Rosso, la caduta
della manna agli Ebrei nel deserto, il roveto ardente di
Mosè, il sole fermato da Gio-suè, ecc. Ma'
per lo più si sceglievano fatti relativi alla vita
e alla passione di Gesù Cristo : la samaritana al
pozzo di Sichem, I' ultima cena, Gesù nell' orto
di Getsemani, il bacio di Giuda, la morte di Giuda, la flagellazione,
l'incoronazione di spine, la caduta di Gesù sotto
la croce, 1' incontro di Gesù con la Veronica, la
crocifissione, ecc. Alcune volte il fatto era rappresentato
con tappeti di sabbia mescolata con colori. Però
vi erano sempre a profusione candele e fiori naturali e
artificiali con ampolle a vari colori, piantine di grano
cresciute al buio (lavureddi), rami di cipressi ed altro.
I migliori sepolcri erano quelli delle chiese di S. Francesco,
S. Domenico, Carmine, S. Benedetto e Cappuccini.
Anche la visita ai sepolcri nei tempi sopra accennati si
faceva con maggiore devozione ed affluenza di popolo. Tutte
le confraternite del paese facevano in processione la visita
ai sepolcri, alcune delle quali procedevano in silenzio
ed altre erano seguite da gruppi musicali, che suonavano
marce funebri, alternate con mesti canti dei confrati nelle
loro divise
(1) E un telone di colore
turchino, su cui è dipinta a grande pennellate la «cena
del calvario.
Questo giorno è considerato come il più
sacro della settimana santa ed è interamente
dedicato alle sue meste funzioni. Gli operai si astengono
dal lavoro e nessun fabbro ferraio osa fare chiodi e
ferrare animali , nei circoli i soci si astengono dal
giuoco alle carte, e il precetto del digiuno, se non
da tutti come un tempo, è osservato generalmente
e da taluni fatto con cibarsi solamente di pane ed acqua,
poiché è credenza del popolino che nel
detto giorno digiunino anche gli uccelli.
Di tutte le funzioni sopra accennate la più importante
è la processione detta dei misteri, che rappresenta
la passione e la morte di Gesù e fa accorrere
molti forestieri dei paesi vicini.
Due ore prima di fare giorno, un individuo percorre
le vie della processione, suonando una bàttola
(tròccula), per darne il primo avviso. Un' ora
dopo altri due individui, con alcuni ragazzi forniti
di bàttole, fanno lo stesso giro per darne il
secondo ed ultimo avviso. Si sente prima un lungo squillo
di tromba, poi tre colpi di tamburo separati fra loro
da un breve intervallo e infine il suono delle bàttole.
Segue un lungo intervallo, dopo il quale si ricomincia
da capo. Tali strumenti, nella fantasia dei popolino,
rappresentano quelli dei soldati che condussero Gesù
ali' estremo supplizio. Finalmente alt' alba comincia
la processione che parte dalla chiesa del Purgatorio.
Precedono alcuni ragazzi con bàttole e uno stendardo
nero. Viene dopo il primo mistero, ratto in grandezza
naturale e rappresentante Gesù
che prega nell'orto di Getsemani, seguito da una
confraternita che prosegue su due file con corone di
spine sul capo, recitando il rosario. Con lo stesso
ordine vengono dopo gli altri misteri, cioè quelli
rappresentanti la flagellazione, l'incoronazione di
spine, la caduta sotto il peso della croce e la crocifissione
con le rispettive confraternite. Dietro i detti misteri
è portata un' urna di legno vuota, che rappresenta
il sepolcro di Cristo, seguita da un' altra confraternita.
A questa segue un gruppo della Pietà consistente
nella Madonna col Signore morto sulle ginocchia. Vengono
dietro un centinaio di ragazzine dai 4 agli 8 anni dette
li
munacheddi, vestite con veste e manto neri, fazzoletto
e grembiule bianchi, portando ognuna un emblema delle
passione (calice, crocifisso, umetta, scaletta di legno,
ritratto della Veronica, ciocca di capelli, fiori, lancia,
ecc.). Una di esse porta il diadema sul capo e una spada
di argento sul petto e rappresenta 1' Addolorata, e
infine il Cristo
morto sopra una barella di tela chiamata l'Urna.
La processione è chiusa dalla banda musicale,
che suona marce funebri alternate coi versetti del Miserere
e il Popule meus, e dopo aver visitato i sepolcri finisce
nella detta chiesa del Purgatorio.
Alle ore 18 italiane comincia la predica detta dell'agonia
nella chiesa di S.
Giovanni Battista. Ivi il vapore acqueo emesso coi
fiati si condensa sulle colonne calcaree della chiesa
in forma di sudore, che il popolino crede di origine
miracolosa. Alle ore 21 la campana della chiesa suona
cinque tocchi seguiti dallo sparo di altrettanti mortaretti,
e a quel segno le persone devote, ovunque si trovino,
si scoprono il capo e recitano delle preghiere.
La sera ha luogo la processione chiamata della Sulità.
Alle ore 22 italiane è dato il primo avviso da
due confrati della confraternita del Sabato, dei quali
ognuno porta un tamburo parato a lutto, suonando ad
intervalli per le vie principali alcuni colpi bum !...
bum !... bum !.,. seguiti da rulli. Fino ad alcuni anni
addietro i detti confrati portavano sul capo una berretta
nera. Un' ora dopo è dato il secondo avviso dalla
banda musicale, che percorre le medesime strade suonando
marce funebri. All' avemaria comincia la processione,
che esce dalla chiesa del Purgatorio.
Precedono due tamburi, quindi seguono due lunghe file
di persone portanti candele di cera con cartocci di
carta briglia bianca o a colore (coppu). Vengono dopo
un' urna di legno contenente il Cristo morto, le confraternite
e infine il simulacro di Maria
Addolorata seguito dalla banda musicale che suona
marce funebri e dal popolo.
Finita la processione il detto simulacro è collocato
in mezzo alla piazza Umberto I, dove un oratore sacro
fa la predica dei dolori di Maria, e quindi è
ricondotto nella chiesa del Purgatorio. Allora comincia
la sacra veglia, che anticamente durava tutta la notte
e il giorno seguente fino all'ora in cui si scioglievano
le campani. Un confrate della congregazione del Sabato
leggeva qualche brano di libro sacro e il confrate bidello
girava per le vie del paese suonando la bàttola
e dicendo a voce alta : Fratelli, la bedda matri
sula è !.
In questo giorno si fa, come è noto, la benedizione
del cero (ciliu), e si crede dal popolino
che se durante la detta funzione e' è vento,
questo viene battezzato e nel corso dell' anno soffierà
con frequenza. Appena si sciolgono le campane, le
persone devote baciano tre volle il suolo e ringraziano
il Signore.
Nei tempi passati la rappresentanza municipale interveniva
anche alle funzioni del detto giorno, e vi era 1'
uso che il sindaco teneva al sacro fonte il primo
neonato che si battezzava dopo la calata di
la lila.
Nella chiesa di S. Francesco si faceva un tempo
la cascata di li Iurei, che consisteva
in questo. Nella tribuna maggiore della detta chiesa
si metteva un'urna circondata da sei statue rappresentanti
i Giudei. Al momento del Gloria, mediante appositi
congegni di fili, s' apriva l'urna e ne usciva il
Cristo risorto. Nel medesimo tempo le dette statue
cadevano a terra con tutte le loro armature.
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